Qualche anno fa ho incontrato Sharon Stone. Non a Los Angeles, ma nelle colline di Valdobbiadene, ospite di un torneo di golf. Gli occhi su di lei non erano solo maschili, chiaramente. Erano le donne a misurare ogni centimetro della sua pelle e a valutare quanto del suo volto fosse ancora originale.

A me ha colpito anche il tono della sua pelle, chiara e luminosa, segno di una gran attenzione all’esposizione solare. L’aneddoto mi serve per introdurre il più significativo argomento legato all’invecchiamento cutaneo: il photo-aging, ovvero il danno da foto esposizione UV.

Le migliori creme anti-aging non potranno mai recuperare del tutto il danno che una spinta radiazione solare infrange sulla cute, soprattutto nei primi anni di età perché buona parte dei segni che compaiono dopo i 50 anni li dobbiamo alla spensieratezza – o ai capricci!- della nostra infanzia. La questione non è soltanto di tipo estetico, ma implica direttamente la nostra salute.

Ogni anno, partecipando alla Sun Protection Conference, che si tiene a Londra nel Royal College of Physicians, riceviamo da parte dei più grandi esperti un’indicazione chiara: fare prodotti di protezione solare facili e piacevoli da usare, per incoraggiare la popolazione a fare un gesto di cura quotidiano che risparmierà molti problemi in futuro.

Come segnala Brian Diffey, Professore Emerito in Dermatological Sciences della Newcastle University del Regno Unito, nell’anteprima della sua prossima conferenza di Novembre: “dobbiamo capire se gli influencers hanno avuto un impatto positivo nel far comprendere alle persone l’importanza della protezione solare e perché alcuni miti persistono ancora oggi”.

In attesa delle sue sempre brillanti e coinvolgenti parole, vorrei delineare il mondo che tutti noi professionisti che lavoriamo in questo campo vorremmo costruire.

Un mondo che valorizza l’abbronzatura, ma che allo stesso tempo è consapevole che le scottature sono nemiche: usando i protettori solari l’abbronzatura dura di più perché non è il risultato di un processo infiammatorio! Come possiamo far capire questo concetto?! Donne e uomini di marketing, aiutateci!

Un mondo di prodotti accessibili, sicuri, facili da usare ed efficaci, che diventino compagni quotidiani, quanto un buon deodorante o un docciaschiuma profumato o… il mitico spazzolino.

Un mondo dove le persone che lavorano all’aria aperta, siano obbligate ad usare un protettore solare, come lo sono ad indossare caschi o scarpe antinfortunistica. I nostri nonni non uscivano a lavorare nei campi senza capello e camicie di maniche lunghe. Uomini, usare una crema è importante quanto radersi… da “bomber”!

Un mondo dove le mamme -e i papà!-  siano consapevoli che prima dei sei mesi il bebè non deve essere a contatto con il sole diretto e che l’educazione alla protezione solare inizia proprio dai genitori.

Un mondo dove gli sportivi abbiano sempre a mano non solo integratori salini o proteici ma anche un tubetto di crema protettiva per le mani, il volto e le braccia. Lo stress ossidativo dai raggi UV non fa bene alle performances fisiche!

Per finire, un’ultima informazione che forse farà sorprendere più di qualcuno: il calcolo dei fattori di protezione. Spesso si ricorre al numero più alto, ma la scala di protezione sopra l’SPF 20 tende ad appiattirsi. Cosa significa? Che un SPF 30 blocca il 97% dei raggi UVB e un SPF 50… il 98%. La differenza è minima ma la sensorialità cambia decisamente.

Quindi una protezione alta come quella dell’SPF 30, applicata regolarmente, e non solo durante quei 15 giorni di spiaggia è l’angelo custode della giovinezza e della salute della nostra pelle. Sharon Stone sicuramente lo sa. E si vede!

Il dott. Gianni Baratto è il direttore della Ricerca Scientifica di Unifarco; ha fondato Unired, spin off dell’Università di Padova per lo studio di sistemi cosmetici innovativi ad alta tecnologia; è docente di cosmetologia dell’Università di Ferrara; ha scritto assieme al suo team più di 50 pubblicazioni scientifiche in campo cosmetologico; ha formulato personalmente i prodotti del brand di dermocosmetici e dispositivi medici Ceramol, pioniere nell’uso delle ceramidi e il colesterolo per la ristrutturazione della barriera cutanea; è il presidente di Perlapelle, azienda proprietaria del brand MyCli. 

Dott. Gianni Baratto