Chi si occupa di cosmetica prima o poi deve rispondere alla domanda fatale che amici e conoscenti fanno: “dimmi la verità, c’è una vera differenza tra un cosmetico normale e un prodotto premium o quel che cambia è solo il vasetto?”

Spiegare in due parole concetti un po’ complessi non è il mio punto forte. C’è però un paragone che spesso mi aiuta ed è quello dei mezzi di trasporto. Se dobbiamo raggiungere una località molto lontana la cui strada non è segnata e spesso piena di ostacoli, se dobbiamo portare con noi un bagaglio importante e fragile, quale veicolo ci conviene usare? Un cross over di ultima generazione o l’utilitaria del nonno?

Quindi la seconda domanda che mi fanno è: “Marta, cosa c’entrano le macchine con i vasetti di crema per il viso?” E a questa cerco di dare una risposta un po’ più articolata. Vediamo se ci riesco anche qui.

Un cosmetico high tech ha come compito raggiungere destinazioni ben precise della nostra pelle in modo veloce e diretto, per portare un carico di ingredienti che possano stimolare, attivare, correggere i meccanismi biologici delle cellule. Questo viaggio percorre pochi millimetri ma visto al microscopio è un itinerario sfidante perché la pelle farà di tutto per bloccarci la strada, il suo compito è quello di proteggerci dall’ambiente e quindi di impedire a queste sostanze di arrivare a destinazione.

I prodotti high tech partono da un obiettivo ben preciso che ci poniamo rispondendo a due domande. Quale funzione cutanea vogliamo attivare? E quale molecola ha dimostrato seriamente di essere in grado di farlo?

La scelta di materie prime con studi di efficacia autorevoli e risultati sicuri è una vera sfida per chi formula un cosmetico high-tech. Inevitabilmente le migliori materie prime, come i farmaci, sono frutto di ricerche costose e il loro costo di conseguenza è elevato. Non tutti i prodotti se le possono permettere, soprattutto alle percentuali in cui sono veramente attive.

Tornando alla nostra metafora, se il nostro bagaglio da trasportare è prezioso e costosissimo, il nostro mezzo di trasporto dovrà essere di prima classe, per garantire che arrivi in ottime condizioni visto che il percorso sarà lungo e la destinazione dev’essere precisa.

Infatti, il secondo passaggio dello sviluppo di un cosmetico high tech è propriamente quello che noi tecnici chiamiamo la costruzione del “veicolo” o “carrier”, vale a dire il mezzo di trasporto che porterà gli attivi agli strati cutanei desiderati, proteggendoli dalla loro “degradazione”, cioè dalla perdita della loro potenza funzionale, affinché possano stimolare il più possibile le cellule.

Questi veicoli sono sviluppati usando ingredienti quali emulsionanti, oli, polimeri, conservanti e stabilizzanti. Ogni componente del veicolo è scelto in modo tale che il principio attivo possa arrivare in profondità, superando i diversi strati epidermici e scivolando giù giù fino al luogo prefissato, come navicelle microscopiche portatrici di carichi preziosi.

La struttura e la performance di queste navicelle sono a tutti gli effetti frutto di tecnologie specifiche che nella cosmetica di alta gamma raggiungono performances invisibili ad occhio nudo, ma impressionanti se visualizzate con un microscopio.

Per essere certi della stabilità di queste formule in ogni condizione ambientale si effettuano delle prove sottoponendo i prototipi ad alte temperature che stressano la formula, per verificare se si mantiene inalterata. E solo se è così, si va avanti sul percorso si sviluppo. Tornando al paragone, prove su pista per verificare la tenuta ad ogni condizione ambientale.

Superate queste, arriva il momento dei test di tollerabilità cutanea e di efficacia del sistema conservante. Non ci dimentichiamo che un vasetto di crema viene aperto e toccato con i polpastrelli decine di volte e che il suo contenuto non deve essere terreno fertile per microrganismi che normalmente esistono nell’aria o sulla pelle.

Vi domanderete: quanto tempo richiede tutto questo processo? Molti mesi e a volte anche anni perché la ricerca di un prodotto di alta qualità non accetta compromessi di alcun tipo e se uno di questi passaggi rivela qualche criticità si torna indietro fino ad ottenere un prototipo perfetto sotto ogni punto di vista.

A questo punto, certi della funzionalità e la sicurezza della formula “prototipo”, si inizia a verificare la sua industrializzazione partendo con la fase di “scale up”, vale a dire di produzione in scala sempre più alta per verificare che tutto continui a comportarsi nel modo desiderato. Spesso formule che sono perfette in laboratorio non lo sono quando vengono prodotte con macchinari più capienti. E qui, trovare le correzioni è compito arduo e paziente.

In questa fase, delicatissima, vanno osservate attentamente alcune variabili: le temperature di inserimento di ogni ingrediente, l’energia data dai turboemulsori al prodotto, la durata temporale di ogni fase durante la miscelazione, etc. Un lavoro minuzioso che viene svolto da tecnici specializzati nell’uso degli impianti produttivi e che richiede un’attenzione quasi artigianale.

L’ultima fase riguarda il riempimento dei contenitori che sono già stati testati nella loro compatibilità con il prodotto in sé. Non tutti i materiali sono adatti alle diverse formule: vetro, polimeri plastici o metalli interagiscono in modo diverso con gli ingredienti delle diverse formule. In un prodotto high tech, anche il contenitore ha il suo ruolo nel proteggere e mantenere la qualità del prodotto che contiene, e non solo nell’affascinare per il suo design. Come una fantastica carrozzeria che ricopre l’anima del miglior autoveicolo.

Il nostro viaggio termina quando i prodotti già finalizzati vengono nuovamente sottoposti a controlli microbiologici e di qualità. Se li superano, raggiungono i negozi e poi la pelle di chi li acquista.

In sintesi, dentro agli astucci, la differenza c’è. Spesso non si vede ad occhio nudo e non sempre immaginiamo cosa ci sia dietro una formula. Per questo è giusto e consigliabile rivolgersi a persone esperte e verificare le garanzie e la serietà della casa di produzione. Se abbiamo mete ambiziose e l’esperienza del viaggio è per noi importante, la cosmesi high tech rivelerà la sua classe senza paragoni. Buon viaggio.

Dott.ssa Marta Moretti
Chimica farmaceutica e Cosmetologa